Giraldi, Giambattista: 8 schede

Giraldi, Giambattista

1. Egle. Fauola di Satiri di Giovan Battista Giraldi Cinthio

211-323, [3] p. ; 13 cm.

Esemplare mutilo

Giraldi, Giambattista;

Coll.: 2420 - E.II 52


Giraldi, Giambattista

2. Giuditio sopra la tragedia di Canace, et Macareo. Con molte utili considerationi circa l'arte tragica, & di altri poemi, con la tragedia appresso

In Venetia, 1566

2 pt. (54, [2]; 40 c.) ; 8o. Segn.: A-G8; A-E8.

Impronta : deio tii, leto DaAc (3) 1566 (R);neij e?to e,e- seha (3) 1566 (R)

Opera di G.B. Giraldi, attribuita anche a B. Cavalcanti, cfr. Sperone Speroni. Canace ... a cura di C. Roaf Bolonga, 1982 pp. XXIII-XXIX. Probabilmente pubblicato da Domenico Farri, cfr. STC Italian, p.636. Cors.; rom. Pt.2: Canace tragedia di M. Sperone Speroni, nobile padouano. Iniziali e fregi xil. Stemma di Luigi Mocenigo sui front. Var. B: Giudicio sopra la tragedia ... Al frontespizio nota manoscritta del possessore Domenico Antonio Barbieri in cui attribuisce l'opera a Bartolomeo Cavalcanti; la presente copia consta solo della prima parte.

Giraldi, Giambattista; Cavalcanti, Bartolomeo <1503-1562>; Farri, Domenico;

Coll.: 3166 - G.VIII 32. Riportata su CD 71

Giraldi, Giovanni Battista <1504-1573> letterato, drammaturgo, filosofo e medico, nacque a Ferrara nel 1504 e morì nel 1573. Ebbe l'appellativo di "Cinzio". Fu uno dei maggiori assertori dell'aristotelismo letterario, propugnò un teatro tragico costruito secondo le regole aristoteliche, ma con fini moraleggianti quali la riforma cattolica esigeva. S'ispiro a Seneca piuttosto che ai greci e agli argomenti classici. Nelle sue tragedie poeticamente mediocri, portò sulla scena casi orribili e paurosi, nell'illusione che essi rendessero più persuasiva la moralità, fece a volte terminare l'azione lietamente e le chiamò allora tragicommedie. Ebbe larga influenza su tutte le tragedie posteriori, il che giustifica la stima di cui godette nella seconda metà del secolo, anche se non fu che un'abile letterato. Fu autore delle Cento Novelle, Hecatommiti pubblicate nel 1565. Delle 9 tragedie composte, solo la prima cioè "Orbecche" fu pubblicata vivente il Giraldi, le altre uscirono postume nel 1583. Per secoli questo scritto, il Giuditio pubblicato anonimo per la prima volta nel 1550 a Lucca da Vincenzo Busdrago, fu considerato opera di Bartolomeo Cavalcanti, come testimonia anche la nota manoscritta al frontespizio di tale Domenico Antonio Barberi possessore del volume. Di gran lunga più probabile pare ai nostri giorni l'attribuzione al Giraldi, cui l'opera é formalmente dedicata. La Canace di Sperone Speroni composta nei primi mesi del 1542 (ad un anno di distanza dall'Orbecche del Giraldi), fu subito sottoposta al giudizio statutario dei membri dell'Accademia padovana degli Infiammati, e fu divulgata manoscritta dentro e fuori l'ambito padovano suscitando ben presto inevitabili ed animose discussioni che si protrassero per oltre mezzo secolo. Dopo la I. ed. del 1546 di Venezia Vincenzo Valgrisi, la tragedia fu ristampata 4 volte, la prima col Discorso del Giraldi dal Busddrago a Lucca nel 1550.


Giraldi, Giambattista

3. Orbecche tragedia di M. Giouanbattista Giraldi Cinthio da Ferrara

(1547)

63, [1] c. ; 8°. Segn.:A-H8 .Ultima c. bianca

Impronta : e-te e,ui tao. OrCh (3) 1547 (R)

Sul front. ritr. dell'A. Le ultime otto carte sono state ricostituite. Contraffazione esemplata sull'edizione pubblicata dagli eredi di Aldo Manuzio nel 1543, cfr. A. A. Renouard, Annales de l'Imprimerie des Aldes, Paris, Renouard, 1834, p. 128.

Giraldi, Giambattista;

Coll.: 2422 - E.II 54. Riportata su CD 68

Giovanni Battista Giraldi Cinthio <1504-1573>, letterato, drammaturgo, filosofo e medico, nacque a Ferrara nel 1504 e morì nel 1573. Ebbe l'appellativo di "Cinzio". Fu uno dei maggiori assertori dell'aristotelismo letterario, propugnò un teatro tragico costruito secondo le regole aristoteliche, ma con fini moraleggianti quali la riforma cattolica esigeva. S'ispiro a Seneca piuttosto che ai greci e agli argomenti classici. Nelle sue tragedie poeticamente mediocri, portò sulla scena casi orribili e paurosi, nell'illusione che essi rendessero più persuasiva la moralità, fece a volte terminare l'azione lietamente e le chiamò allora tragicommedie. Ebbe larga influenza su tutte le tragedie posteriori, il che giustifica la stima di cui godette nella seconda metà del secolo, anche se non fu che un'abile letterato. Fu autore delle Cento Novelle, Hecatommiti pubblicate nel 1565. Delle 9 tragedie composte, solo la prima cioè "Orbecche" fu pubblicata vivente il Giraldi, le altre uscirono postume nel 1583. La prima edizione dell'Orbecche del 1543 di Venezia "in casa de' figliuoli di Aldo" fu ristampata almeno 10 volte nel corso del XVI sec., segno indubbio che essa fece colpo e significò qualcosa per più generazioni di lettori. La lettera dedicatoria del 1541 é indirizzata ad Ercole II d'Este, IV Duca di Ferrara, che lo nominò suo segretario. L'opera fu rappresentata per la prima volta nel 1541 in casa dell'autore alla presenza del duca. La seconda volta per il Cardinale di Ravenna e il cardinale Salviati. Fu la prima tragedia regolare che nel '500 fu portata sulle scene ed esercitò un vario influsso sui tragediografi italiani e stranieri. Il modello cui volle ispirarsi ed attenersi fu il teatro di Seneca che riteneva avere, meglio di altri, attuato il principio tragico del terrore e della misericordia. Ma il Giraldi aggiunse un gusto atroce dell'orrendo pensando che la pietà umana potesse nascere soltanto da fatti di mostruosa efferatezza.


Giraldi, Giambattista

4. Orbecche, tragedia di m. Gio. Battista Giraldi Cinthio da Ferrara

In Vinegia: appresso Francesco Lorenzini da Turino, 1560 (In Vinegia

66, [2] c. ; 8o. Segn.: A-H8 I4. Ultime 2 c. bianche.

Impronta : o,co A.e. e,ra HiNo (3) 1560 (R)

Riferimenti: edit16.iccu.sbn.it, 21269. Marca (Z1115)al front. Testata xil. al front. che racchiude la prima parte del tit. Inizial. xil.

Giraldi, Giambattista; Farri, Domenico; Lorenzini, Francesco;

Coll.: 2419 - E.II 51. Riportata su CD 68

Giovanni Battista Giraldi Cinthio <1504-1573>, letterato, drammaturgo, filosofo e medico, nacque a Ferrara nel 1504 e morì nel 1573. Ebbe l'appellativo di "Cinzio". Fu uno dei maggiori assertori dell'aristotelismo letterario, propugnò un teatro tragico costruito secondo le regole aristoteliche, ma con fini moraleggianti quali la riforma cattolica esigeva. S'ispiro a Seneca piuttosto che ai greci e agli argomenti classici. Nelle sue tragedie poeticamente mediocri, portò sulla scena casi orribili e paurosi, nell'illusione che essi rendessero più persuasiva la moralità, fece a volte terminare l'azione lietamente e le chiamò allora tragicommedie. Ebbe larga influenza su tutte le tragedie posteriori, il che giustifica la stima di cui godette nella seconda metà del secolo, anche se non fu che un'abile letterato. Fu autore delle Cento Novelle, Hecatommiti pubblicate nel 1565. Delle 9 tragedie composte, solo la prima cioè "Orbecche" fu pubblicata vivente il Giraldi, le altre uscirono postume nel 1583. La prima edizione dell'Orbecche del 1543 di Venezia "in casa de' figliuoli di Aldo" fu ristampata almeno 10 volte nel corso del XVI sec., segno indubbio che essa fece colpo e significò qualcosa per più generazioni di lettori. La lettera dedicatoria é indirizzata ad Ercole II d'Este, IV Duca di Ferrara, che lo nominò suo segretario. L'opera fu rappresentata per la prima volta nel 1541 in casa dell'autore alla presenza del duca. La seconda volta per il Cardinale di Ravenna e il cardinale Salviati. Fu la prima tragedia regolare che nel '500 fu portata sulle scene ed esercitò un vario influsso sui tragediografi italiani e stranieri. Il modello cui volle ispirarsi ed attenersi fu il teatro di Seneca che riteneva avere, meglio di altri, attuato il principio tragico del terrore e della misericordia. Ma il Giraldi aggiunse un gusto atroce dell'orrendo pensando che la pietà umana potesse nascere soltanto da fatti di mostruosa efferatezza.


Liviera, Giovanni Battista <n. 1565>

5. Scelta di rare e celebri tragedie cioe il Cresofonte del Liviera, l'Orbecche del Giraldi, l'Antigona dell'Alamanni, l'Evandro del Bracciolini. Colle introduzioni a cadauna

In Venezia: presso Giambatista Albrizzi q. Gir., 1750

342 p. ; 8o . Segn.: A-X8 Y4

Impronta : n.2. o.e, iado LaCO (3) 1750 (R)

Fregio sul front.

Liviera, Giovanni Battista ; Bracciolini, Francesco <1566-1645>; Alamanni, Luigi; Giraldi, Giambattista; Albrizzi, Giovanni Battista;

Coll.: 2750 - C.I 7


Carducci, Giosue

6. Su l'Aminta di T.Tasso: con una pastorale di G. B. Giraldi Cinthio: saggi tre di Giosuè Carducci

Firenze: G. C. Sansoni, 1896

129 p. ; 20 cm.

Biblioteca critica della letteratura italiana;11

Carducci, Giosue; Giraldi, Giambattista;

Coll.: M.II 22


7. Teatro italiano antico

Milano : Societa tipografica de' Classici Italiani, contrada di s. Margherita, n. 1118, 1808-1812.

10 v. : ritr. ; 8o

Cfr. CLIO t.6, p. 4516.

Classici italiani;240-249

Bibbiena ; Decio, Antonio <1560ca.-1617ca.>; Rucellai, Giovanni <1475-1525>; Tasso, Torquato; Ariosto, Ludovico <1474-1533>; Trissino, Gian Giorgio <1478-1550>; Aretino, Pietro; Berni, Francesco <1497?-1535?>; Dolce, Lodovico; Martelli, Lodovico;


Giraldi, Giambattista

8. Le Tragedie di M. Gio. Battista Giraldi Cinthio, nobile ferrarese: cioe Orbecche. Altile. Didone. Antiualomeni. Cleopatra. Arrenopia. Euphimia. Epitia. Selene

In Venetia: appresso Giulio Cesare Cagnacini, 1583 (In Venetia : appresso Paulo Zanfretti, 1583).

9 v. : ill. ; 8o.

Impronta : lise hon- teno QuTe (3) 1583 (A)

Marca (V301) sui front. Cors.; rom. Iniziali e fregi xil. Ritratto dell'A. sul verso dei front. Il front. generale fa parte di un fascicolo di 8 carte segnato A, contenente la Dedica e una Lettera ai lettori. Il ritratto é dell'A. e compare anche nelle altre opere stampate lo stesso anno dal Cagnacini. Volume di appartenenza a Carlo Girolamo Casati nel Monastero di S. Simpliciano come si legge nell'ex libris all'antiporta.

Giraldi, Giambattista; Moretti, Niccolo; Zanfretti, Paolo; Cagnacini, Giulio Cesare;

Coll.: 2424 - E II 56

Giovanni Battista Giraldi Cinthio, <1504-1573> letterato, drammaturgo, filosofo e medico, nacque a Ferrara nel 1504 e morì nel 1573. Ebbe l'appellativo di "Cinzio". Fu uno dei maggiori assertori dell'aristotelismo letterario, propugnò un teatro tragico costruito secondo le regole aristoteliche, ma con fini moraleggianti quali la riforma cattolica esigeva. S'ispiro a Seneca piuttosto che ai greci e agli argomenti classici. Nelle sue tragedie poeticamente mediocri, portò sulla scena casi orribili e paurosi, nell'illusione che essi rendessero più persuasiva la moralità, fece a volte terminare l'azione lietamente e le chiamò allora tragicommedie. Ebbe larga influenza su tutte le tragedie posteriori, il che giustifica la stima di cui godette nella seconda metà del secolo, anche se non fu che un'abile letterato. Fu autore delle Cento Novelle, Hecatommiti pubblicate nel 1565. Delle 9 tragedie composte, solo la prima cioè "Orbecche" fu pubblicata vivente il Giraldi, le altre uscirono postume nel 1583. La lettera dedicatoria delle Tragedie é di Celso Giraldi, figlio di Giovanni Battista "Allo Serenissimo Sig. et Patron mio sempre Colendissimo il Signor Duca di Ferrara" datata Ferrara 1-ott.-1583, cui offre queste "reliquie paterne" perchè lo spirito di suo padre ne abbia gioia. Segue una lettera del tipografo ai lettori con la stessa data.