Aretino, Pietro: 6 schede

Aretino, Pietro

1. Il cavallarizzo comedia ingegnosa del sig. Luigi Tansillo nuouamente posta in luce. Dedicata al M. illustre sig. il sig. Pietro Capponi

In Vicenza per Giorgio Greco: ad instanza di Pietro Bertelli, 1601

[6], 59, [1] c. ; 12o. Segn.: A6 A-E12. Carta A6 bianca.

Impronta : lei- m-e. uas- moOc (3) 1601 (R)

Marca sul front.

Tansillo, Luigi <1510-1568>; Bertelli, Pietro; Greco, Giorgio;

Coll.: 10080 - G.V 71

Testo rimaneggiato del "Il Marescalco" di Pietro Aretino, pubblicato sotto il nome di Luigi Tansillo da Iacopo Doroneti, il cui nome figura nella pref. Cfr.: Michel & Michel. Il titolo e l'autore furono cambiati dagli stampatori in quanto le opere dell'Aretino erano condannate dalla Sacra Inquisizione. Nato ad Arezzo nel 1492, Pietro Aretino non si denominò mai col suo patronimico (del padre Luca, un calzolaio, si sa ben poco) ma sempre col nome della sua città. Nel 1517 fu a Roma, alla corte di Leone X; qui assistette al conclave del 1522, in occasione del quale compose delle pasquinate, ovvero dei poemetti satirici. Con l'ascesa al soglio pontificio del fiammingo Adriano VI (o, come lo chiamò l'Aretino, "la tedesca tigna") prese a viaggiare per la penisola e lavorò a Mantova, al servizio di Giovanni dalle Bande Nere. Tornò a Roma nel '23 e, sotto papa Clemente VII, riacquistò notorietà e benevolenza popolare. In questo periodo compone i Sonetti Lussuriosi, ispiratigli dalle tavole pornografiche di M. A. Raimondi sui disegni di Giulio Romano, e scrisse la Cortigiana. Ma l'invidia e la malevolenza del datario pontificio, mons. Giberti, interruppero questo periodo felice: alla fine del luglio 1525 viene accoltellato da un sicario del monsignore. L'Aretino lasciò così Roma e, dal 25 marzo 1527, si trasferì a Venezia, la città anticortigiana per eccellenza. Qui dà alle stampe gran parte delle sue opere: le famigerate “Lettere”; i “Ragionamenti”, cinque commedie (“La Cortigiana”, “Il Marescalco”, “La Talanta”, “Lo Ipocrito”,” Il Filosofo”), una tragedia (“Orazia”) e alcune opere religiose utili più che altro ad avvicinarlo alla porpora cardinalizia e qui morì, probabilmente di apoplessia, il 21 ottobre 1556.


Aretino, Pietro

2. Il finto comedia leggiadra del sig. Luigi Tansillo nuouamente posta in luce. Dedicata al M. illustre sig. il sig. Pietro Capponi

In Vicenza: per Giorgio Greco ad instanza di Pietro Bertelli, 1601

[6], 78 c. ; 12o. Segn.: A6 A-E12 F18.

Impronta : a.to hei- aee. suta (3) 1601 (R)

Marca sul front.

Aretino, Pietro; Doroneti, Iacopo ; Tansillo, Luigi <1510-1568>; Bertelli, Pietro; Greco, Giorgio;

Coll.: 10079 - G.V 71

Testo rimaneggiato del "L'Ippocrito" di Pietro Aretino, pubblicato sotto il nome di Luigi Tansillo da Iacopo Doroneti, il cui nome figura nella pref. Cfr.: Michel & Michel. Il titolo e l'autore furono cambiati dagli stampatori in quanto le opere dell'Aretino erano condannate dalla Sacra Inquisizione. Nato ad Arezzo nel 1492, Pietro Aretino non si denominò mai col suo patronimico (del padre Luca, un calzolaio, si sa ben poco) ma sempre col nome della sua città. Nel 1517 fu a Roma, alla corte di Leone X; qui assistette al conclave del 1522, in occasione del quale compose delle pasquinate, ovvero dei poemetti satirici. Con l'ascesa al soglio pontificio del fiammingo Adriano VI (o, come lo chiamò l'Aretino, "la tedesca tigna") prese a viaggiare per la penisola e lavorò a Mantova, al servizio di Giovanni dalle Bande Nere. Tornò a Roma nel '23 e, sotto papa Clemente VII, riacquistò notorietà e benevolenza popolare. In questo periodo compone i Sonetti Lussuriosi, ispiratigli dalle tavole pornografiche di M. A. Raimondi sui disegni di Giulio Romano, e scrisse la Cortigiana. Ma l'invidia e la malevolenza del datario pontificio, mons. Giberti, interruppero questo periodo felice: alla fine del luglio 1525 viene accoltellato da un sicario del monsignore. L'Aretino lasciò così Roma e, dal 25 marzo 1527, si trasferì a Venezia, la città anticortigiana per eccellenza. Qui dà alle stampe gran parte delle sue opere: le famigerate “Lettere”; i “Ragionamenti”, cinque commedie (“La Cortigiana”, “Il Marescalco”, “La Talanta”, “Lo Ipocrito”,” Il Filosofo”), una tragedia (“Orazia”) e alcune opere religiose utili più che altro ad avvicinarlo alla porpora cardinalizia e qui morì, probabilmente di apoplessia, il 21 ottobre 1556.


Aretino, Pietro

3. Quattro comedie del divino Pietro Aretino. Cioè il Marescalco. La Talanta. La Cortegiana. L'Hipocrito. Nouellamente ritornate, per mezzo della stampa, a luce, a richiesta de conoscitori del loro valore.

[London : John Wolf], 1588.

[8], 285, [3] c. : 1 ritr. ; 8o. Segn.: A-2O8

Impronta : here ,ee, sai- Coce (3) 1588 (R)

Ogni commedia ha il suo frontespizio con il ritratto dell'autore in medaglione e la scritta "Petrus Aretinus flagellum principum". Prima edizione inglese. Per la responsabilita materiale cfr.: Index Aureliensis, n.107.120 e Edit16 2452.

Coll.: 4807 - I. III 31. Riportata su CD 86

Pietro Aretino (1492-1556), nato ad Arezzo nel 1492, non si denominò mai col suo patronimico (del padre Luca, un calzolaio, si sa ben poco) ma sempre col nome della sua città. Nel 1517 fu a Roma, alla corte di Leone X; qui assistette al conclave del 1522, in occasione del quale compose delle pasquinate, ovvero dei poemetti satirici. Con l'ascesa al soglio pontificio del fiammingo Adriano VI (o, come lo chiamò l'Aretino, "la tedesca tigna") prese a viaggiare per la penisola e lavorò a Mantova, al servizio di Giovanni dalle Bande Nere. Tornò a Roma nel 1523 e, sotto papa Clemente VII, riacquistò notorietà e benevolenza popolare. In questo periodo compone i "Sonetti lussuriosi", ispiratigli dalle tavole pornografiche di M. A. Raimondi sui disegni di Giulio Romano, e scrisse la Cortigiana. Alla fine del luglio 1525 venne accoltellato da un sicario di monsignor Giberti, datario pontificio. L'Aretino lasciò così Roma e, dal 25 marzo 1527, si trasferì a Venezia, la città anticortigiana per eccellenza. Qui diede alle stampe gran parte delle sue opere: le famigerate “Lettere”; i “Ragionamenti”, cinque commedie (“La Cortigiana”, “Il Marescalco”, “La Talanta”, “Lo Ipocrito”,” Il Filosofo”), una tragedia (“Orazia”) e alcune opere religiose utili più che altro ad avvicinarlo alla porpora cardinalizia e qui morì, probabilmente di apoplessia, il 21 ottobre 1556. Tutti gli scritti dell'Aretino, furono appena morto, proibiti e le edizioni diventarono rare. Questa edizione del 1588, é la prima inglese, uno fra i primi testi in italiano ad essere stampati in Inghilterra. John Wolfe aveva lavorato con i Giunti a Firenze. Queste quattro commedie, tra le più importanti del teatro rinascimentale, assai vivaci, eloquenti e brillanti, divennero prototipi per le creazioni dei commediografi posteriori. La lettera dedicatoria indirizzata da "Lo Stampatore a coloro che stimano le opere di questo grande scrittore" é senza data.


Aretino, Pietro

4. Il sofista comedia bellissima del sig. Luigi Tansillo nuouamente posta in luce. Dedicata al m. illustre sig. il sig. Pietro Capponi

In Vicenza: per Giorgio Greco ad instanza di Pietro Bertelli, 1601

[6], 51, [3] c. ; 12o. Segn.: pigrecoA6 A-C12 D18. Bianche le c. pigrecoA6, D16-18

Impronta : .Eco e-e- e.to chbi (3) 1601 (R)

Testo rimaneggiato de il Filosofo di Pietro Aretino, pubblicato sotto il nome di Luigi Tansillo da Iacopo Doroneti, il cui nome figura nella dedica, cfr. Michel & Michel, Repertoire des ouvrages imprimes en langue italienne au 17. siecle conserves dans les bibliotheques de France, v. 1, p. 68. Marca (Z82) sul front. Cors.; rom. Iniziali e fregi xil

Aretino, Pietro; Doroneti, Iacopo ; Tansillo, Luigi <1510-1568>; Bertelli, Pietro; Greco, Giorgio;

Coll.: 1487 - G.V 71

Testo rimaneggiato del "Il filosofo" di Pietro Aretino, pubblicato sotto il nome di Luigi Tansillo da Iacopo Doroneti, il cui nome figura nella pref. Cfr.: Michel & Michel. Il titolo e l'autore furono cambiati dagli stampatori in quanto le opere dell'Aretino erano condannate dalla Sacra Inquisizione. Nato ad Arezzo nel 1492, Pietro Aretino non si denominò mai col suo patronimico (del padre Luca, un calzolaio, si sa ben poco) ma sempre col nome della sua città. Nel 1517 fu a Roma, alla corte di Leone X; qui assistette al conclave del 1522, in occasione del quale compose delle pasquinate, ovvero dei poemetti satirici. Con l'ascesa al soglio pontificio del fiammingo Adriano VI (o, come lo chiamò l'Aretino, "la tedesca tigna") prese a viaggiare per la penisola e lavorò a Mantova, al servizio di Giovanni dalle Bande Nere. Tornò a Roma nel '23 e, sotto papa Clemente VII, riacquistò notorietà e benevolenza popolare. In questo periodo compone i Sonetti Lussuriosi, ispiratigli dalle tavole pornografiche di M. A. Raimondi sui disegni di Giulio Romano, e scrisse la Cortigiana. Ma l'invidia e la malevolenza del datario pontificio, mons. Giberti, interruppero questo periodo felice: alla fine del luglio 1525 viene accoltellato da un sicario del monsignore. L'Aretino lasciò così Roma e, dal 25 marzo 1527, si trasferì a Venezia, la città anticortigiana per eccellenza. Qui dà alle stampe gran parte delle sue opere: le famigerate “Lettere”; i “Ragionamenti”, cinque commedie (“La Cortigiana”, “Il Marescalco”, “La Talanta”, “Lo Ipocrito”,” Il Filosofo”), una tragedia (“Orazia”) e alcune opere religiose utili più che altro ad avvicinarlo alla porpora cardinalizia e qui morì, probabilmente di apoplessia, il 21 ottobre 1556.


5. Teatro italiano antico

Milano : Societa tipografica de' Classici Italiani, contrada di s. Margherita, n. 1118, 1808-1812.

10 v. : ritr. ; 8o

Cfr. CLIO t.6, p. 4516.

Classici italiani;240-249

Bibbiena ; Decio, Antonio <1560ca.-1617ca.>; Rucellai, Giovanni <1475-1525>; Tasso, Torquato; Ariosto, Ludovico <1474-1533>; Trissino, Gian Giorgio <1478-1550>; Aretino, Pietro; Berni, Francesco <1497?-1535?>; Dolce, Lodovico; Martelli, Lodovico;


Aretino, Pietro

6. Tutte le opere di Pietro Aretino

Milano: A. Mondadori

v. ; 18 cm.

I classici Mondadori;

Aretino, Pietro;