Lorenzini, Francesco: 1 schede
Giraldi, Giambattista
1. Orbecche, tragedia di m. Gio. Battista Giraldi Cinthio da Ferrara
In Vinegia: appresso Francesco Lorenzini da Turino, 1560 (In Vinegia
66, [2] c. ; 8o. Segn.: A-H8 I4. Ultime 2 c. bianche.
Impronta : o,co A.e. e,ra HiNo (3) 1560 (R)
Riferimenti: edit16.iccu.sbn.it, 21269. Marca (Z1115)al front. Testata xil. al front. che racchiude la prima parte del tit. Inizial. xil.
Giraldi, Giambattista; Farri, Domenico; Lorenzini, Francesco;
Giovanni Battista Giraldi Cinthio <1504-1573>, letterato, drammaturgo, filosofo e medico, nacque a Ferrara nel 1504 e morì nel 1573. Ebbe l'appellativo di "Cinzio". Fu uno dei maggiori assertori dell'aristotelismo letterario, propugnò un teatro tragico costruito secondo le regole aristoteliche, ma con fini moraleggianti quali la riforma cattolica esigeva. S'ispiro a Seneca piuttosto che ai greci e agli argomenti classici. Nelle sue tragedie poeticamente mediocri, portò sulla scena casi orribili e paurosi, nell'illusione che essi rendessero più persuasiva la moralità , fece a volte terminare l'azione lietamente e le chiamò allora tragicommedie. Ebbe larga influenza su tutte le tragedie posteriori, il che giustifica la stima di cui godette nella seconda metà del secolo, anche se non fu che un'abile letterato. Fu autore delle Cento Novelle, Hecatommiti pubblicate nel 1565. Delle 9 tragedie composte, solo la prima cioè "Orbecche" fu pubblicata vivente il Giraldi, le altre uscirono postume nel 1583. La prima edizione dell'Orbecche del 1543 di Venezia "in casa de' figliuoli di Aldo" fu ristampata almeno 10 volte nel corso del XVI sec., segno indubbio che essa fece colpo e significò qualcosa per più generazioni di lettori. La lettera dedicatoria é indirizzata ad Ercole II d'Este, IV Duca di Ferrara, che lo nominò suo segretario. L'opera fu rappresentata per la prima volta nel 1541 in casa dell'autore alla presenza del duca. La seconda volta per il Cardinale di Ravenna e il cardinale Salviati. Fu la prima tragedia regolare che nel '500 fu portata sulle scene ed esercitò un vario influsso sui tragediografi italiani e stranieri. Il modello cui volle ispirarsi ed attenersi fu il teatro di Seneca che riteneva avere, meglio di altri, attuato il principio tragico del terrore e della misericordia. Ma il Giraldi aggiunse un gusto atroce dell'orrendo pensando che la pietà umana potesse nascere soltanto da fatti di mostruosa efferatezza.