Fabrini, Giovanni <1516-1580ca.>: 1 schede

Terentius Afer, Publius

1. Il Terentio latino, comentato in lingua toscana, e ridotto a la sua vera latinita, da Giouanni Fabrini da Fighine fiorentino. ... Nel fine e aggiunto la interpretatione de la lingua volgare, e latina; ... Soncisi vltimamente aggiune dal medesimo auttore l'osseruationi da esprimere tutte le parole, e concetti volgari latinamente secondo l'uso di Terentio, ...

In Venetia: appresso gli heredi di Marchio Sessa, 1580

[6], 438 p., 33, [1], 60 c. ; 4o. Segn.: A-2Q82R4.

Impronta : nae- ed!a e,he \Fst (3) 1580 (R)

L'interpretatione de la lingua volgare, e latina inizia a c. 2E7r. Le osservazioni iniziano a c. 2K3r. Marca (Z590) sul front. Cors.; rom. Iniziali e fregi xil. Testo su due colonne

Terentius Afer, Publius; Fabrini, Giovanni <1516-1580ca.>; Sessa, Melchiorre <1.> eredi;

Coll.: 3651 - L.VIII 6

Afer Publius Terentius. commediografo romano nacque a Cartagine e visse nel secolo 2. a.C. Poeta comico fu portato a Roma dal senatore Terenzio Lucano. Scrisse in tutto 6 commedie (Andria, Heautontimorumenos, Heyra, Eunuchus, Phormio, Adelphoe. Le commedie di Terenzio che si ispirano a due soli autori: Menandro e il suo imitatore Apollonio Caristio, si allontanano molto da Menandro ma Terenzio vi aggiunse la sua personalità d’artista. L’elemento comico così presente in Plauto, quasi scompare in Terenzio più interessato alla fisionomia umana dei suoi personaggi che all’effetto esteriore dell’intreccio e del dialogo. Poco popolare tra i contemporanei ebbe molto successo in seguito presso i più rafinati posteri Romani. Numerosissime le edizioni di Terenzio nel corso dei secoli. La lettera dedicatoria di Giovanni Fabrini "Allo Illustrissimo e Magnanimo Signor Cosimo de' Medici" é datata: Venezia ultimo di luglio, in cui egli si rammarica di coloro che "lodano Santo Girolamo che ha messe le cose Hebrae in Greco & Latino, & dannano chi mette le cose Latine & Greche in vulgare". Si augura al contrario che molti possano godere delle sue traduzioni anche gli stessi figlioli del principe.