Crebillon, Claude Prosper Jolyot : de <1707-1777>: 2 schede

Crebillon, Prospere Jolyot : de (1674-1762)

1. Oeuvres de Crebillon, nouvelle edition, corrigee, revue & augmentee de la vie de l'Auteur

A Paris: chez les libraires associes, 1789

3 v. ; 12o

Crebillon, Claude Prosper Jolyot : de <1707-1777>; Libraires associes ;

Comprende:

Prosper Jolyot de Crébillon (Digione 1674 – Parigi 1762) poeta e drammaturgo francese, protetto da Madame de Pompadour, fu autore di nove tragedie: Idomeneo (1705), Atreo e Tieste (1707), Elettra (1708), Radamisto e Zenobia (1717, ritenuto il suo capolavoro), Serse (1714), Semiramide (1717), Pirro (1726), Catilina (1748) e Triumvirat (1754). La sua produzione tragica ne fa la figura di transizione tra il classicismo di Pierre Corneille e di Jean Racine e il teatro settecentesco: Jean d'Alembert vide in lui il precursore di un nuovo modo di espressione artistica, mentre i suoi contemporanei vollero contrapporlo a Voltaire. Derivò il gusto truculento di Seneca, visto il suo concepimento del dramma come "un'azione funesta" e la sua tendenza ad "indurre pietà attraverso il terrore".


Crebillon, Prospere Jolyot : de (1674-1762)

2. Radamisto e Zenobia tragedia di Crebillon. Traduzione dell'Abate Carlo Innocenzo Frugoni

Venezia: dalla tipografia Pepoliana presso Antonio Curti q. Giacomo, 1795

XVI, 109, [1] p. ; 16o. Segn.: a8, A-G8

Impronta : heza ;ee- a,de NeL' (3) 1795 (R)

Crebillon, Claude Prosper Jolyot : de <1707-1777>; Frugoni, Carlo Innocenzo; Curti, Antonio;

Coll.: 2184 - E.V 30

Prosper Jolyot de Crébillon (Digione 1674 – Parigi 1762) poeta e drammaturgo francese, protetto da Madame de Pompadour, fu autore di nove tragedie: Idomeneo (1705), Atreo e Tieste (1707), Elettra (1708), Radamisto e Zenobia (1717, ritenuto il suo capolavoro), Serse (1714), Semiramide (1717), Pirro (1726), Catilina (1748) e Triumvirat (1754). La sua produzione tragica ne fa la figura di transizione tra il classicismo di Pierre Corneille e di Jean Racine e il teatro settecentesco: Jean d'Alembert vide in lui il precursore di un nuovo modo di espressione artistica, mentre i suoi contemporanei vollero contrapporlo a Voltaire. Derivò il gusto truculento di Seneca, visto il suo concepimento del dramma come "un'azione funesta" e la sua tendenza ad "indurre pietà attraverso il terrore".