Oddi, Sforza : degli <1540-1611>: 2 schede
Oddi, Sforza : degli <1540-1611>
1. Comedie del s. Sforza degl'Oddi, cioe Il duello d'Amore, & d'Amicitia. Li morti viui, & La prigione d'Amore
In Vinegia: presso Gio. Battista, & Gio. Bernardo Sessa,.1597. Di nuouo con diligentia ristampate
3 pt. (107, [1]; [8], 88; 94, [2] c.) ; 12o. Segn.: A-I12; a8 A-G12 H4; A-H12.
Impronta : mima hera dina dase (3) 1597 (R);o-n- rot- iler lich (3) 1597 (R);r-n- e.os a.ce tepu (3) 1597 (R
Marca (U 116) sui front. Cors.; rom. Iniziali e fregi xil. ornati.
Oddi, Sforza : degli <1540-1611>; Sessa, Giovanni Battista <2.> & Sessa, Giovanni Bernardo;
Coll.: 2148 - E.VI 61. Riportata su CD 115/1/2/3
Sforza degl'Oddi, letterato, poeta, commediografo e giurista, nato a Perugia nel 1540, morto a Parma nel 1611, fu detto il Forsennato all'Accademia degli Insensati. Insegnò diritto in diverse Università italiane. Compose tre commedie in anni giovanili quando ancora dimorava a Perugia: "L'Erofilomachia ovvero il duello d'Amore e d'Amicitia" (stampata nel 1572), "I Morti vivi" (1580), e "La Prigione d'amore", stampata nel 1580 e rappresentata qualche anno dopo da studenti dell'Università di Pisa. Delle tre, la più notevole per comune consenso dei critici è la prima, in cui uno spunto boccaccesco (la nobile gara d'amicizia fra Tito e Gisippo: Decameron, X, 8) è abilmente combinato col tema dell'amore fra due giovani contrastato dall'odio irriducibile fra le loro due famiglie, che l'Oddi trovava nella famosa storia di Romeo Montecchi e Giulietta Capelletti raccontata dal Bandello (Novelle, II, 9), e prima di lui dal vicentino Luigi Da Porto. Il romanzesco dei casi da lui messi in scena non é molto diverso da quello di tante altre commedie del secolo, i vari personaggi comici sono disegnati secondo schemi ormai abituali. Il patetico e il drammatico che dobrebbero costituire l'aspetto nuovo del suo teatro, sono tratti di verità e di intima drammaticità che spiegano la fortuna a lungo goduta dal suo autore. Ogni commedia ha propria lettera dedicatoria in quest'ordine: Prigione d'amore di Lelio Gavardo Asolano Rettore dello Studio "All'Illustriss. Sig. Galeazzo Paleotto mio Signore" datata: Pisa 1-apr.-1590, Erofilomachia di Giulio Baldeschi a "Don Pietro Orsino, Mio Signore e Padrone" datata: Perugia 12-feb.-1572, I morti vivi degli Accademici Insensati "All'Illustriss. et Eccellentiss. Signore & Padrone nostre Colendissime, Le Signore Donna Isabella et Donna Lavinia dalla Rovere" datata: Perugia 21-ott.-1576.
Oddi, Sforza : degli <1540-1611>
2. L' erofilomachia, ouero Il duello d'amore, & d'amicitia. Comedia nuova. Dell'eccellentiss. dottor di leggi M. Sforza d'Oddo gentil'huomo perugino. Aggiuntoui in questa nuoua editione un discorso di M. Bernardino Pino, da Cagli, intorno al componimento della comedia de' nostri tempi
In Venetia: appresso Gio. Battista Sessa, & fratelli, 1582 (In Venetia: appresso gli heredi di Marchio Sessa)
[24], 89, [2] c. ; 120. Segn.: a-b12A-G12H6.
Impronta : ,ei- i-de dina dase (3) 1582 (R)
Cors.; rom. Marca sul front. Ristampa della I. ed. sempre del Sessa del 1580.
Oddi, Sforza : degli <1540-1611>; Sessa, Giovanni Battista <2.> & fratelli; Sessa, Marchio eredi;
Coll.: 2147 - E.VI 60
Sforza degl'Oddi, letterato, poeta, commediografo e giurista, nato a Perugia nel 1540, morto a Parma nel 1611, fu detto il Forsennato all'Accademia degli Insensati. Insegnò diritto in diverse Università italiane. Compose tre commedie in anni giovanili quando ancora dimorava a Perugia: "L'Erofilomachia ovvero il duello d'Amore e d'Amicitia" (stampata nel 1572), "I Morti vivi" (1580), e "La Prigione d'amore", stampata nel 1580 e rappresentata qualche anno dopo da studenti dell'Università di Pisa. Delle tre, la più notevole per comune consenso dei critici è la prima, in cui uno spunto boccaccesco (la nobile gara d'amicizia fra Tito e Gisippo: Decameron, X, 8) è abilmente combinato col tema dell'amore fra due giovani contrastato dall'odio irriducibile fra le loro due famiglie, che l'Oddi trovava nella famosa storia di Romeo Montecchi e Giulietta Capelletti raccontata dal Bandello (Novelle, II, 9), e prima di lui dal vicentino Luigi Da Porto. Il romanzesco dei casi da lui messi in scena non é molto diverso da quello di tante altre commedie del secolo, i vari personaggi comici sono disegnati secondo schemi ormai abituali. Il patetico e il drammatico che dobrebbero costituire l'aspetto nuovo del suo teatro, sono tratti di verità e di intima drammaticità che spiegano la fortuna a lungo goduta dal suo autore. La lettera dedicatoria di Giulio Baldeschi a "Don Pietro Orsino, Mio Signore e Padrone" é datata: Perugia 12 feb. 1572. Segue la risposta dell'Orsini al Baldeschi "Signor come Fratello" datata 25 feb. 1572. Quindi la "Breve consideratione intorno al Componimento de la Comedia de' nostri tempi" rivolto all'Oddi da Bernardino Cagli. La commedia fu scritta in gioventù e rappresentata a Perugia.
Comprende:
L' Erofilomachia, ouero Il duello d'Amore, & d'Amicitia
La prigione d'Amore
Li morti viui comedia