Calmo, Andrea <1509-1571>: 2 schede
Calmo, Andrea <1509-1571>
1. Rhodiana comedia stupenda, & ridiculosissima, del famosissimo Ruzante. Piena d'argutissimi motti, in uarie lingue recitata. Di nuouo con somma diligenza riueduta, & corretta
In Vicenza: appresso gli Heredi di Perin Libraro, 1598
119 p. ; 8o. Segn.: A-H8.
Impronta : amia a.ia ,&a. ucme (3) 1598 (A)
Cors.; rom. Capilettera calcograf. Marca tip. al frontespizio non censita: imperatore con ai piedi un globo con sopra un'aquila.
Calmo, Andrea <1509-1571>; Ruzzante; Perin eredi;
Coll.: 2394 - E.II 26. Riportato su CD 19
Calmo, Andrea <1509-1571>
2. Il saltuzza: la piacevole et giocosa commedia. Di Messer Andrea Calmo-Cosa bellissima-Anno Domini 1551; riduzione e adattamento di Michelangelo Muraro
Pubblicato in:
Il dramma: rivista mensile di commedie di grande successo A. 18., n. 373 (1. marzo 1942), p. 35-41
Andrea Calmo, (Venezia 1510 ca. - 1571), fu attore e commediografo. Misteriosa e ancora tutta da scoprire é la vita di questo letterato veneziano. L'unico documento diretto finora noto é il suo testamento, datato 1568, conservato insieme a quello della moglie all'Archivio di Stato di Venezia. Scrisse commedie di grande successo, da lui stesso interpretate, fino a quando, nel 1560, si ritirò dalle scene. Di lui rimangono anche quattro libri di "Lettere" in dialetto veneziano, vasta congerie di battute e dialoghi di spirito, che dedicò ad alcuni artisti contermporanei, come l'Aretino o il Tintoretto. Scrisse opere teatrali, tra cui "Le giocose moderne et facetissime ecloghe pastorali, sotto bellissimi concetti, in nuovo sdrucciolo, in lingua materna" (Venezia, 1553), e anche versi in dialetto veneziano, sul modello petrarchesco. I personaggi presenti nelle commedie calmiane sono i tipi più diffusi della letteratura popolaresca che inconinciava a circolare verso la metà del secolo, parlano in "burlesco" ossia il linguaggio dei "buli": veneziano, cittadinesco inframezzato da termini e da espressioni gergali. La commedia fu attribuita al Ruzzante ma l'Allacci cita l'affermazione di Andrea Calmo che l'opera era sua. Alfred Mortier nel suo libro: Un dramaturge populaire de la Renaissance Italienne, la considera opera del Calmo, ispirata dal Beolco.