Grazzini, Antonfrancesco : 4 schede

Grazzini, Antonfrancesco

1. La gelosia comedia d'Antonfrancesco Grazini, academico fiorentino, detto il Lasca. Nuouamente ristampata, et aggiuntoui gl'intermedi.

In Venetia: appresso Bernardo Giunti, e fratelli, 1582

66 c. ; 8°. Segn. : A-H8 I2

Impronta : daia anti a,o, OAIl (3) 1582 (R)

Cors.; rom. Iniziali e fregi xil.. Marca (Z1147) sul front. Ristampa della I. ed. del 1561 dei Giunta di Firenze. Al frontespizio nota manoscritta di possesso: di Gioseppe Dorneo Cuttica.

Lasca; Giunta, Bernardo <2.> & fratelli;

Coll.: 2029 - E.VII 19. Riportata su CD 74

Antonfrancesco Grazzini detto il Lasca (Firenze 1503-1584), commediografo toscano, era speziale. Nel 1540 fu tra i fondatori dell'Accademia degli Umidi, dove prese il nome del Lasca, dal pesciolino omonimo; come impresa si fece disegnare una lasca con la bocca aperta mentre sta per ingoiare una farfalla. Il suo stile faceto e spiritoso inseguì e registrò gli svolazzi della fantasia umana, come la lasca ingoia la farfalla. L'anno successivo trasformatasi l'Accademia in Accademia Fiorentina, per diretta volontà del Granduca Cosimo, il Grazzini si trovò ben presto in disaccordo per divergenze sorte sul problema dell'origine del volgare e venne espulso nel 1547. Stampò quindi le sue commedie: La Gelosia e La Spiritata e nel 1566 fu riammesso all'Accademia Fiorentina per intervento del Salviati e con lui fondò verso il 1580 l'Accademia della Crusca, dove mantenne il suo nome, Lasca. Autore di opere ricche di scene e di spunti vivaci, scritte in un fiorentino vivo anche se un po' provinciale, fu noto per le "Cene", raccolta di 22 novelle. Scrisse rime burlesche ispirate spesso alle polemiche intorno all'Accademia Fiorentina. Il Lasca nel prologo dichiara che si propone di offrire al pubblico spettacoli che volgano "più tosto nel breve e allegro, che nel lungo e malinconico", respingendo come estranei al proprio sentire i modi propri del teatro rinascimentale che egli si proponeva di rinnovare. La Gelosia fu recitata per il carnevale del 1550. Il Lasca avversò l'imitazione degli antichi, cercò modi e forme non letterari, argomenti visti e goduti dal vero, inventiva e fantasia sono il suo scopo anche se non svelò mai un'originalità così particolare. Nella Gelosia disegna vivide figure e briose azioni. La lettera dedicatoria di Filippo e Jacopo Giunta "Al Magnifico e Magnanimo Signor Rodolfo De' Bardi" é datata: Venezia 1-dic.-1581.


Grazzini, Antonfrancesco

2. La strega comedia d'Antonfrancesco Grazini, Academico fiorentino, detto il Lasca. Nuouamente data in luce, e non recitata mai.

In Venetia : appresso Bernardi Giunti, e fratelli, 1582

59 [i.e. 63], [1] c. ; 12o. A00 A4 B-E44. Ultima c. bianca

Impronta : leno deal i.an pama (3) 1582 (R)

Edizione dello stesso anno della I., fatta dallo stesso stampatore, ma in 8. Marca (U655) sul front. Ripetute nella numerazione le c. 13-16.

Coll.: 4809 - L.IV 36. Riportata su CD 88

Antonfrancesco Grazzini detto il Lasca (Firenze 1503-1584), commediografo toscano, era speziale. Nel 1540 fu tra i fondatori dell'Accademia degli Umidi, dove prese il nome del Lasca, dal pesciolino omonimo; come impresa si fece disegnare una lasca con la bocca aperta mentre sta per ingoiare una farfalla. Il suo stile faceto e spiritoso inseguì e registrò gli svolazzi della fantasia umana, come la lasca ingoia la farfalla. L'anno successivo trasformatasi l'Accademia in Accademia Fiorentina, per diretta volontà del Granduca Cosimo, il Grazzini si trovò ben presto in disaccordo per divergenze sorte sul problema dell'origine del volgare e venne espulso nel 1547. Stampò quindi le sue commedie: La Gelosia e La Spiritata e nel 1566 fu riammesso all'Accademia Fiorentina per intervento del Salviati e con lui fondò verso il 1580 l'Accademia della Crusca, dove mantenne il suo nome, Lasca. Autore di opere ricche di scene e di spunti vivaci, scritte in un fiorentino vivo anche se un po' provinciale, fu noto per le "Cene", raccolta di 22 novelle. Scrisse rime burlesche ispirate spesso alle polemiche intorno all'Accademia Fiorentina. Il Lasca nel prologo dichiara che si propone di offrire al pubblico spettacoli che volgano "più tosto nel breve e allegro, che nel lungo e malinconico", respingendo come estranei al proprio sentire i modi propri del teatro rinascimentale che egli si proponeva di rinnovare. La commedia non fu mai rappresentata vivente l'autore, come le altre cinque che scrisse prima del 1586, ma in anni nei quali si stava esaurendo quello spirito che aveva determinato la grande fioritura del teatro comico dei primi decenni del 1500. La lettera dedicatoria ai "Lettori" é senza data. (Allacci 742, Gamba 546).


Grazzini, Antonfrancesco

3. I parentadi comedia d'Antonfrancesco Grazini, academico fiorentino, detto il Lasca. Stampata la prima volta, e non recitata mai.

In Venetia: appresso Bernardo Giunti, e fratelli, 1582

50 c. ; 8°. Segn. : A-F8 G2.

Impronta : o.a. zaa. o,oa Umuo (3) 1582 (R)

Marca (Z1147) sul front. Cors.; rom. Iniziali e fregi xil. I. ed.

Lasca; Giunta, Bernardo <2.> & fratelli;

Coll.: 2031 - E.VII 21. Riportata su CD 75

Antonfrancesco Grazzini detto il Lasca (Firenze 1503-1584), commediografo toscano, era speziale. Nel 1540 fu tra i fondatori dell'Accademia degli Umidi, dove prese il nome del Lasca, dal pesciolino omonimo; come impresa si fece disegnare una lasca con la bocca aperta mentre sta per ingoiare una farfalla. Il suo stile faceto e spiritoso inseguì e registrò gli svolazzi della fantasia umana, come la lasca ingoia la farfalla. L'anno successivo trasformatasi l'Accademia in Accademia Fiorentina, per diretta volontà del Granduca Cosimo, il Grazzini si trovò ben presto in disaccordo per divergenze sorte sul problema dell'origine del volgare e venne espulso nel 1547. Stampò quindi le sue commedie: La Gelosia e La Spiritata e nel 1566 fu riammesso all'Accademia Fiorentina per intervento del Salviati e con lui fondò verso il 1580 l'Accademia della Crusca, dove mantenne il suo nome, Lasca. Autore di opere ricche di scene e di spunti vivaci, scritte in un fiorentino vivo anche se un po' provinciale, fu noto per le "Cene", raccolta di 22 novelle. Scrisse rime burlesche ispirate spesso alle polemiche intorno all'Accademia Fiorentina. Il Lasca nel prologo dichiara che si propone di offrire al pubblico spettacoli che volgano "più tosto nel breve e allegro, che nel lungo e malinconico", respingendo come estranei al proprio sentire i modi propri del teatro rinascimentale che egli si proponeva di rinnovare. La commedia non fu mai rappresentata vivente l'autore, come le altre cinque che scrisse prima del 1586, ma in anni nei quali si stava esaurendo quello spirito che aveva determinato la grande fioritura del teatro comico dei primi decenni del 1500.


Grazzini, Antonfrancesco

4. La spiritata comedia di Antofrancesco Grazini, detto il Lasca, recitatasi in Bologna, & in Firenze al pasto del magnifico signore, il S. Bernardetto de'Medici, il carnouale dell'anno 1560

In Venetia: appresso Francesco Rampazetto (in Venetia: appresso Francesco Rampazetto, 1566)

36 c. ; 12o. Segn.: A-C12

Impronta : da,e el,e e-ra sesc (3) 1566 (R)

Cors.; rom. Iniziali e fregi xil. Marca (V439) sul front. Ristampa della I. ed. del 1561: Giunta, Firenze.

Lasca; Rampazetto, Francesco;

Coll.: 2030 - E.VII 20. Riportata su CD 76

Antonfrancesco Grazzini detto il Lasca (Firenze 1503-1584), commediografo toscano, era speziale. Nel 1540 fu tra i fondatori dell'Accademia degli Umidi, dove prese il nome del Lasca, dal pesciolino omonimo; come impresa si fece disegnare una lasca con la bocca aperta mentre sta per ingoiare una farfalla. Il suo stile faceto e spiritoso inseguì e registrò gli svolazzi della fantasia umana, come la lasca ingoia la farfalla. L'anno successivo trasformatasi l'Accademia in Accademia Fiorentina, per diretta volontà del Granduca Cosimo, il Grazzini si trovò ben presto in disaccordo per divergenze sorte sul problema dell'origine del volgare e venne espulso nel 1547. Stampò quindi le sue commedie: La Gelosia e La Spiritata e nel 1566 fu riammesso all'Accademia Fiorentina per intervento del Salviati e con lui fondò verso il 1580 l'Accademia della Crusca, dove mantenne il suo nome, Lasca. Autore di opere ricche di scene e di spunti vivaci, scritte in un fiorentino vivo anche se un po' provinciale, fu noto per le "Cene", raccolta di 22 novelle. Scrisse rime burlesche ispirate spesso alle polemiche intorno all'Accademia Fiorentina. Il Lasca nel prologo dichiara che si propone di offrire al pubblico spettacoli che volgano "più tosto nel breve e allegro, che nel lungo e malinconico", respingendo come estranei al proprio sentire i modi propri del teatro rinascimentale che egli si proponeva di rinnovare La lettera dedicatoria dell'autore "Al nobilissimo & Virtuosissimo M. Raffaello de' Medici" é datata: Firenze 25 feb. 1560.