Gryphius, Sebastien: 1 schede

Plautus, Titus Maccius

1. M. Actii Plauti Comoediae viginti. Cum indice rerum ac uocum, prouerbiorum, formulisque loquendi, atque graecarum, & quarundam latinarum dictionum interpretatione

Lugduni: apud Seb. Gryphium, 1540

723, [53] p. ; 8o. Segn.: a-z8 A-2b8 2c4.

Impronta : u-e- t,t? umt, NeAt (3) 1540 (A)

Marca (S211) sul front. e (S212) in fine. Cors.; rom. Iniziali xil. Al frontespizio nota ms. di possesso: Franciscus Battalius che potrebbe essere quel Francesco Battagli patrizio veneto (1743-1799) provveditore straord. a Brescia della Rep.Veneta. Numerose note mss. ai margini.

Plautus, Titus Maccius; Gryphius, Sebastien;

Coll.: 3134 - G.VII 54

Plauto, commediografo latino nato a Sarsina nel 254 a.C. circa e morto forse a Roma nel 184 a.C., ebbe una vita romanzesca Il prenome e il nome sono incerti: probabilmente si chiamò Titus Maccius (la tradizione antica parla di M. Accius, secondo alcuni Maccus come soprannome derivato dalla maschera atellana). Fu servitore di una compagnia di comici, ridotto poi in estrema povertà, pare lavorasse alla macina di un mugnaio. Qui cominciò a comporre commedie che icontrarono il favore del pubblico, che non lo abbandonò più. Ne compose moltissime e moltissime furono le falsificazioni, sotto il suo nome ne circolarono almeno 130, di cui solo 21 sicuramente di Plauto. Solo queste ci sono pervenute. Col suo temperamento trascinante, la sua comicità fantasiosa e varia pur avvalendosi dei più vieti moduli della farsa popolare, necessari per accattivarsi il consenso del pubblico romano (che non era un pubblico rafinato), Plauto conserva una vitalità inestinguibile. La I ed. delle opere di Plauto fu: Venezia Vindelin da Spira 1472.