Dell'Ottonaio, Giovanni Battista<1482-1527>: 1 schede
Dell'Ottonaio, Giovanni Battista<1482-1527>
1. La ingratitudine, comedia di Giouan Battista Araldo della illustrissima Signoria di Fiorenza
In Fiorenza, 1559 (In Firenze: appresso i Giunti, 1559). Nuouamente ristampata;
[24] c. ; 8o. Segn.: A-C8. L'ultima c. bianca
Impronta : reto e.i, raio chch (C) 1559 (R)
Giovanni Battista Araldo é pseudonimo di Giovanni Battista Dell'Ottonaio. Marca n.c. (simile a V68) sul front. Cors.; rom. Esemplare mutilo della prima carta.
Dell'Ottonaio, Giovanni Battista<1482-1527>; Giunta;
Giovanni Battista Dell'Ottonaio (1472-1527), detto l'Araldo, fu accolto ed educato nella prestigiosa compagnia di S. Giovanni Evangelista, presso la quale suo padre Cristofano ricoprì la carica di guardiano fino al 1513. Detta Compagnia, la più famosa in Firenze, istruiva ed educava la gioventù, anche Lorenzo il Magnifico vi condusse i suoi figli. Autore dotato di una brillante invenzione comica, il Dell'Ottonaio fu tra i componenti della Compagnia della Cazzuola, secondo il Vasari, gruppo di artisti, gentiluomini letterati e di autori-attori, che svolse l'importante funzione di imporre in Firenze il nuovo gusto teatrale per la commedia, riunificando le proprie esperienze nella realizzazione di spettacoli innovatori. Il testo a carattere farsesco e didascalico, fa parte di una serie di operette consimili nel tono, di vari contemporanei, tutte scritte per la Signoria di Firenze. Questa dei Giunti era l'unica edizione consociuta della commedia fino a poco tempo fa (vedi Louis George Clubb nel suo libro "Italian Plays in the Folger Library", Firenze Olschki, 1968). Neppure l'Allacci aveva segnalato altre edizioni. Esisterebbe invece una edizione di Firenze del 1526 "ad instantiam di Francesco di Giovanni Benuenuto", 24 c. 8., probabilmente la prima, ed una successiva, rilevata alla Biblioteca Trivulziana, (sfuggita catalogando la lettera D essendo intestata a Bartolomeo di Cristofano), che risulta "nuouamente ristampata e ricorrecta dal proprio auctore, ad instantiam di Bartholomeo di Matheo Castelli, 24 c. 8. Potrebbe essere la prima ristampa poiché Bartolomeo Castelli fu editore a Firenze dal 1520 al 1530.