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Comedie del s. Sforza degl'Oddi, cioe Il duello d'Amore, & d'Amicitia. Li morti viui, & La prigione d'Amore

In Vinegia: presso Gio. Battista, & Gio. Bernardo Sessa,.1597. Di nuouo con diligentia ristampate

3 pt. (107, [1]; [8], 88; 94, [2] c.) ; 12o. Segn.: A-I12; a8 A-G12 H4; A-H12.

Impronta : mima hera dina dase (3) 1597 (R);o-n- rot- iler lich (3) 1597 (R);r-n- e.os a.ce tepu (3) 1597 (R

Marca (U 116) sui front. Cors.; rom. Iniziali e fregi xil. ornati.

Sessa, Giovanni Battista <2.> & Sessa, Giovanni Bernardo;

Coll.: 2148 - E.VI 61. Riportata su CD 115/1/2/3

Sforza degl'Oddi, letterato, poeta, commediografo e giurista, nato a Perugia nel 1540, morto a Parma nel 1611, fu detto il Forsennato all'Accademia degli Insensati. Insegnò diritto in diverse Università italiane. Compose tre commedie in anni giovanili quando ancora dimorava a Perugia: "L'Erofilomachia ovvero il duello d'Amore e d'Amicitia" (stampata nel 1572), "I Morti vivi" (1580), e "La Prigione d'amore", stampata nel 1580 e rappresentata qualche anno dopo da studenti dell'Università di Pisa. Delle tre, la più notevole per comune consenso dei critici è la prima, in cui uno spunto boccaccesco (la nobile gara d'amicizia fra Tito e Gisippo: Decameron, X, 8) è abilmente combinato col tema dell'amore fra due giovani contrastato dall'odio irriducibile fra le loro due famiglie, che l'Oddi trovava nella famosa storia di Romeo Montecchi e Giulietta Capelletti raccontata dal Bandello (Novelle, II, 9), e prima di lui dal vicentino Luigi Da Porto. Il romanzesco dei casi da lui messi in scena non é molto diverso da quello di tante altre commedie del secolo, i vari personaggi comici sono disegnati secondo schemi ormai abituali. Il patetico e il drammatico che dobrebbero costituire l'aspetto nuovo del suo teatro, sono tratti di verità e di intima drammaticità che spiegano la fortuna a lungo goduta dal suo autore. Ogni commedia ha propria lettera dedicatoria in quest'ordine: Prigione d'amore di Lelio Gavardo Asolano Rettore dello Studio "All'Illustriss. Sig. Galeazzo Paleotto mio Signore" datata: Pisa 1-apr.-1590, Erofilomachia di Giulio Baldeschi a "Don Pietro Orsino, Mio Signore e Padrone" datata: Perugia 12-feb.-1572, I morti vivi degli Accademici Insensati "All'Illustriss. et Eccellentiss. Signore & Padrone nostre Colendissime, Le Signore Donna Isabella et Donna Lavinia dalla Rovere" datata: Perugia 21-ott.-1576.