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Marca "Donna aureolata, la Verita, con braccia aperte, seduta tra un leone e un'aquila a destra e un liocorno e un angelo a sinistra; didascalia: verita": 7 schede

Groto, Luigi <1541-1585>

La Alteria comedia noua di Luigi Grotto cieco d'Hadria. Dedicata al molto illustre sig. Conte, e caualiere il sig. Gio. Maria Bonardo Fratteggiano. Nuouamente posta in luce.
In Venetia: appresso Fabio , & Agostino Zoppini fratelli, 1587
90 c. ; 12o. Segn.: A-G12 H6
Impronta: aria 4.a. a-re Assp (3) 1587 (R)
Marca: Donna aureolata, la Verita, con braccia aperte, seduta tra un leone e un'aquila a destra e un liocorno e un angelo a sinistra; didascalia: verita
Marca (V530) sul front. Cors.; rom. I, ed.

Zoppini, Fabio & Zoppini, Agostino

Coll.: 2110 - E.VI 23 . Riportata su CD 77
Luigi Groto (o Grotto) fu letterato, tragediografo, commediografo e rimatore. Nacque ad Adria l'8 settembre 1541 e morì a Venezia il 13 dicembre 1585. Appartenne a famiglia nobile e fu cieco dalla nascita, per questo venne chiamato Il Cieco d'Adria. Precocissimo per cultura ed ingegno, a soli 14 anni pronunciò due fra le sue più note orazioni, per la regina Bona di Polonia e per l'elezione al dogato di Lorenzo Priuli. Scrisse due tragedie, tre commedie e due drammi pastorali, carmi latini e rime varie, anche amorose, e tradusse in volgare opere antiche, tra le quali il primo libro dell'Iliade. Fu membro, con il titolo di principe, dell'Accademia degli Illustri di Adria e fu frequentatore dell'Accademia degli Addormentati di Rovigo. Nel 1567 dovette subire un processo per eresia a Rovigo e, riconosciuto colpevole di aver letto testi di Erasmo da Rotterdam, Agrippa di Nettesheim, Bernardino Ochino, tutti autori proibiti, nonché di aver professato opinioni antitrinitarie, fu costretto alla pubblica abiura e venne escluso dall'insegnamento. Si rivelò uno dei migliori imitatori del Petrarca. Gli si deve pure un'edizione purgata del Boccaccio. La lettera dedicatoria dell'autore "Al molto Illustre Sig. Conte e Cavaliere, il Sig. Gio. Maria Bonardo Frattegiano" é datata: Hadria 2-dic.-1584. Vi si apprende che nonostante non volesse più scrivere drammi, cambiò opinione in seguito al desiderio di una persona amata.

Secchi, Nicolo <m. 1554>

La camariera comedia del Signor N. S. Nuouamente posta in luce
In Venetia: appresso Fabio, & Agostino Zoppini fratelli, 1587
42 c. ; 12o. A-C12, D6.
Impronta: e-he o.E. o,a- dici (3) 1587 (R)
Marca: Donna aureolata, la Verita, con braccia aperte, seduta tra un leone e un'aquila a destra e un liocorno e un angelo a sinistra; didascalia: verita
Marca tipogr. al frontesp. uguale a (V530). Cors.; rom. Ristampa della I ed. del 1583 di Venezia di Cornelio Arrivabene.

Zoppini, Fabio & Zoppini, Agostino

Coll.: 2426 - E.II 58
Nicolò Secchi, nato a Montichiari (Brescia)morì a Roma nel 1560. Capitano di giustizia a Milano, scoprì la congiura ordita da Lodovico Biraghi contro il dominio di Carlo V. Fu inviato dall'Imperatore Ferdinando come ambasciatore in Turchia da Solimano II. Fu autore di versi latini e scrisse quattro commedie: Il Beffo, La Cameriera, L'interesse, Gl'Inganni. La lettera dedicatoria di Evangelista Ortense "Al Sig. Alfonso Oliva" é datata: 27 febb 1583.

Groto, Luigi <1541-1585>

La Dalida tragedia noua di Luigi Groto Cieco di Hadria. Nouamente stampata.
In Venetia: appresso Fabio, & Agostin Zopini fratelli, 1583
73[i.e. 82, 2] c. ; 12o. Segn.: A-G12(G11-12bianche).
Impronta: m-he o.o. toda chL' (3) 1583 (R)
Marca: Donna aureolata, la Verita, con braccia aperte, seduta tra un leone e un'aquila a destra e un liocorno e un angelo a sinistra; didascalia: verita
Marca (V530) sul front. Cors.; rom. Iniziali e fregi xil. Legata con la Hadriana tragedia.

Zoppini, Fabio & Zoppini, Agostino

Coll.: 2108 - E.VI 21. Riportata su CD 78
Luigi Groto (o Grotto) fu letterato, tragediografo, commediografo e rimatore. Nacque ad Adria l'8 settembre 1541 e morì a Venezia il 13 dicembre 1585. Appartenne a famiglia nobile e fu cieco dalla nascita, per questo venne chiamato Il Cieco d'Adria. Precocissimo per cultura ed ingegno, a soli 14 anni pronunciò due fra le sue più note orazioni, per la regina Bona di Polonia e per l'elezione al dogato di Lorenzo Priuli. Scrisse due tragedie, tre commedie e due drammi pastorali, carmi latini e rime varie, anche amorose, e tradusse in volgare opere antiche, tra le quali il primo libro dell'Iliade. Fu membro, con il titolo di principe, dell'Accademia degli Illustri di Adria e fu frequentatore dell'Accademia degli Addormentati di Rovigo. Nel 1567 dovette subire un processo per eresia a Rovigo e, riconosciuto colpevole di aver letto testi di Erasmo da Rotterdam, Agrippa di Nettesheim, Bernardino Ochino, tutti autori proibiti, nonché di aver professato opinioni antitrinitarie, fu costretto alla pubblica abiura e venne escluso dall'insegnamento. Si rivelò uno dei migliori imitatori del Petrarca. Gli si deve pure un'edizione purgata del Boccaccio. La lettera dedicatoria dell'autore "Alla Illustr. Sig. Cavaliera, la Signora Alessandra Volta" é datata: Hadria 29-feb.-1572. Fu il suo primo lavoro.

Groto, Luigi <1541-1585>

La Emilia comedia noua di Luigi Groto Cieco di Hadria recitata in Hadria il di primo di marzo. 1579. la domenica di carnesciale, sotto il reggimento del clariss. signor Lorenzo Rimondo
In Venetia : appresso Fabio, & Agostin Zoppini fratelli, 1586 (In Venetia : appresso Fabio, & Agostin Zoppini fratelli, 1586).
77, [1] c. ; 12o. Segn.: A-F12 G6. Bianca l'ultima c.
Impronta: moe- X.o. o.o, TuEs (3) 1586 (R)
Marca: Donna aureolata, la Verita, con braccia aperte, seduta tra un leone e un'aquila a destra e un liocorno e un angelo a sinistra; didascalia: verita
Marca (V530) sul front. e a c. G5v. Cors.; rom. Ristampa della I. ed. de 1579, Venezia Francesco Ziletti.

Zoppini, Fabio & Zoppini, Agostino

Coll.: 2111 - E.VI 24. Riportata su CD 79
Luigi Groto (o Grotto) fu letterato, tragediografo, commediografo e rimatore. Nacque ad Adria l'8 settembre 1541 e morì a Venezia il 13 dicembre 1585. Appartenne a famiglia nobile e fu cieco dalla nascita, per questo venne chiamato Il Cieco d'Adria. Precocissimo per cultura ed ingegno, a soli 14 anni pronunciò due fra le sue più note orazioni, per la regina Bona di Polonia e per l'elezione al dogato di Lorenzo Priuli. Scrisse due tragedie, tre commedie e due drammi pastorali, carmi latini e rime varie, anche amorose, e tradusse in volgare opere antiche, tra le quali il primo libro dell'Iliade. Fu membro, con il titolo di principe, dell'Accademia degli Illustri di Adria e fu frequentatore dell'Accademia degli Addormentati di Rovigo. Nel 1567 dovette subire un processo per eresia a Rovigo e, riconosciuto colpevole di aver letto testi di Erasmo da Rotterdam, Agrippa di Nettesheim, Bernardino Ochino, tutti autori proibiti, nonché di aver professato opinioni antitrinitarie, fu costretto alla pubblica abiura e venne escluso dall'insegnamento. Si rivelò uno dei migliori imitatori del Petrarca. Gli si deve pure un'edizione purgata del Boccaccio. La lettera dedicatoria dell'autore "All'Illustrissimo Sig. Giovanni Da Legge Cavaliere & Procuratore di San Marco " é datata: Hadria 16-ago.-1579.

Groto, Luigi <1541-1585>

La Hadriana tragedia noua di Luigi Groto cieco d'Hadria. Nuouamente ristampata.
In Venetia: appresso Fabio, & Agostin Zopini Fratelli, 1583
156 p. ; 12o. Segn.: A-F12 G6.
Impronta: iaa; a.la ioi. DeSt (3) 1583 (R)
Marca: Donna aureolata, la Verita, con braccia aperte, seduta tra un leone e un'aquila a destra e un liocorno e un angelo a sinistra; didascalia: verita
Cors.; rom. Iniziali e fregi xil.. Marca (V530) sul front. La I. ed. é del 1578. Ce n'è un'altra dei fratelli Zoppini con la stessa dedica. Legata con la Dalida tragedia.

Zoppini, Fabio & Zoppini, Agostino

Coll.: 11772 - E.VI 21
Luigi Groto (o Grotto) fu letterato, tragediografo, commediografo e rimatore. Nacque ad Adria l'8 settembre 1541 e morì a Venezia il 13 dicembre 1585. Appartenne a famiglia nobile e fu cieco dalla nascita, per questo venne chiamato Il Cieco d'Adria. Precocissimo per cultura ed ingegno, a soli 14 anni pronunciò due fra le sue più note orazioni, per la regina Bona di Polonia e per l'elezione al dogato di Lorenzo Priuli. Scrisse due tragedie, tre commedie e due drammi pastorali, carmi latini e rime varie, anche amorose, e tradusse in volgare opere antiche, tra le quali il primo libro dell'Iliade. Fu membro, con il titolo di principe, dell'Accademia degli Illustri di Adria e fu frequentatore dell'Accademia degli Addormentati di Rovigo. Nel 1567 dovette subire un processo per eresia a Rovigo e, riconosciuto colpevole di aver letto testi di Erasmo da Rotterdam, Agrippa di Nettesheim, Bernardino Ochino, tutti autori proibiti, nonché di aver professato opinioni antitrinitarie, fu costretto alla pubblica abiura e venne escluso dall'insegnamento. Si rivelò uno dei migliori imitatori del Petrarca. Gli si deve pure un'edizione purgata del Boccaccio. La lettera dedicatoria dell'autore "All'Illustrissimo S. Paolo Thiepolo Riformatore dello Studio di Padova e Procuratore di S. Marco" é datata: Hadria 9-nov.-1578. Ricavata da una novella di Luigi Da Porto, la vicenda é trasferita da Venezia ad Adria in tempi antichissimi. Denota gran curiosità per l'Oriente favoloso e per fatti straordinari, che hanno scarsa connessione con la realtà storica.

Groto, Luigi <1541-1585>

Il Thesoro comedia noua, di Luigi Groto cieco d'Hadria. Nuouamente stampata.
In Venetia: appresso Fabio, & Agostin Zopini fratelli, 1586
81, [3] c. ; 12o. Segn.: A-G12
Impronta: mie, o.i. o.ia goDe (3) 1586 (A)
Marca: Donna aureolata, la Verita, con braccia aperte, seduta tra un leone e un'aquila a destra e un liocorno e un angelo a sinistra; didascalia: verita
Marca sul front. e sul colophon. ristampa della I. ed. del 1583, sempre dei fratelli Zoppini. Legata con la Emilia comedia.

Zoppini, Fabio & Zoppini, Agostino

Coll.: 11773 - E.VI 20. Riportata su CD 82
Luigi Groto (o Grotto) fu letterato, tragediografo, commediografo e rimatore. Nacque ad Adria l'8 settembre 1541 e morì a Venezia il 13 dicembre 1585. Appartenne a famiglia nobile e fu cieco dalla nascita, per questo venne chiamato Il Cieco d'Adria. Precocissimo per cultura ed ingegno, a soli 14 anni pronunciò due fra le sue più note orazioni, per la regina Bona di Polonia e per l'elezione al dogato di Lorenzo Priuli. Scrisse due tragedie, tre commedie e due drammi pastorali, carmi latini e rime varie, anche amorose, e tradusse in volgare opere antiche, tra le quali il primo libro dell'Iliade. Fu membro, con il titolo di principe, dell'Accademia degli Illustri di Adria e fu frequentatore dell'Accademia degli Addormentati di Rovigo. Nel 1567 dovette subire un processo per eresia a Rovigo e, riconosciuto colpevole di aver letto testi di Erasmo da Rotterdam, Agrippa di Nettesheim, Bernardino Ochino, tutti autori proibiti, nonché di aver professato opinioni antitrinitarie, fu costretto alla pubblica abiura e venne escluso dall'insegnamento. Si rivelò uno dei migliori imitatori del Petrarca. Gli si deve pure un'edizione purgata del Boccaccio. La lettera dedicatoria dell'autore "Al Signor Don Alfonso da Este" é datata: Hadria 29-nov.-1580.

Groto, Luigi <1541-1585>

Il thesoro comedia noua. Di Luigi Groto cieco d'Hadria
In Venetia : appresso Agostin Zopini, & nepoti, 1599 (In Venetia : appresso Agostin Zopini, & nepoti).
81, [3] c. ; 12o. Segn.: A-G12
Impronta: unr- o.i. o.ia neDe (3) 1599 (A)
Marca: Donna aureolata, la Verita, con braccia aperte, seduta tra un leone e un'aquila a destra e un liocorno e un angelo a sinistra; didascalia: verita
Marca sul front. e in fine. Fregi e iniz. xilogr. Ristampa della I. ed. del 1583 sempre dei fratelli Zoppini.

Zoppini, Agostino & nipoti

Coll.: 2112 - E.VI 25 ; 10133 - E.IV 78
Luigi Groto (o Grotto) fu letterato, tragediografo, commediografo e rimatore. Nacque ad Adria l'8 settembre 1541 e morì a Venezia il 13 dicembre 1585. Appartenne a famiglia nobile e fu cieco dalla nascita, per questo venne chiamato Il Cieco d'Adria. Precocissimo per cultura ed ingegno, a soli 14 anni pronunciò due fra le sue più note orazioni, per la regina Bona di Polonia e per l'elezione al dogato di Lorenzo Priuli. Scrisse due tragedie, tre commedie e due drammi pastorali, carmi latini e rime varie, anche amorose, e tradusse in volgare opere antiche, tra le quali il primo libro dell'Iliade. Fu membro, con il titolo di principe, dell'Accademia degli Illustri di Adria e fu frequentatore dell'Accademia degli Addormentati di Rovigo. Nel 1567 dovette subire un processo per eresia a Rovigo e, riconosciuto colpevole di aver letto testi di Erasmo da Rotterdam, Agrippa di Nettesheim, Bernardino Ochino, tutti autori proibiti, nonché di aver professato opinioni antitrinitarie, fu costretto alla pubblica abiura e venne escluso dall'insegnamento. Si rivelò uno dei migliori imitatori del Petrarca. Gli si deve pure un'edizione purgata del Boccaccio. La lettera dedicatoria dell'autore "Al Signor Don Alfonso da Este" é datata: Hadria 29-nov.-1580.
 
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